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martedì 2 febbraio 2010

A che età incominciano a disegnare i bambini?

I bambini piccoli sono una fonte inesauribile di sorprese, è piacevole osservarli in tutte le loro piccole e grandi conquiste.

Quando dicono per la prima volta "mamma" o "papà", quando muovono i primi passi e anche quando riescono a imprimere i primi segni su un foglio.
Quale orgoglio provano i genitori nell'esporre la prima opera dei propri figli, considerando anche il più piccolo degli scarabocchi come un'opera degna di esposizione! E fanno bene.
Meglio non esagerare però! E' bene che i complimenti siano adeguati, altrimenti i piccoli saranno presto diffidenti verso il
vostro metro di giudizio.

Bisogna saper apprezzare ed incoraggiare i risultati ottenuti dai figli, ma lasciando aperta sempre la possibilità per loro di continuare ad imparare e crescere.

Tutti i bambini sanno disegnare. Basta lasciare loro a disposizione gli strumenti per poter iniziare a sperimentare.

Ma a che età incominciano a divertirsi disegnando?

Moltissimi bambini amano disegnare, riempiono fogli su fogli e si sbarazzano di quello precedente con allegra disinvoltura, altri sembrano intimiditi di fronte ad un foglio bianco e pare che i colori siano solo un optional nei loro disegni. Altri ancora si disinteressano totalmente al disegno, ma imprimono segni di vario genere senza una logica apparente.
 
I bambini anche molto piccoli, con meno di un anno, possono interessarsi al disegno e creare dei piccoli "capolavori" per la loro tenera età.

Nelle scuole materne l'uso dei colori e degli strumenti pittorici occupa una parte rilevante del programma didattico e i laboratori sono creativi, le idee innovative e fantasiose. I bambini sono entusiasti e a casa, se incoraggiati, riprendono spesso gli esperimenti effettuati a scuola.

Se i genitori saranno attenti e si lasceranno coinvolgere dalle esperienze dei loro figli, questi ultimi si sentiranno fieri e consapevoli, allo stesso tempo, delle nuove attitudini che stanno affinando giorno dopo giorno.

Un bambino si sente apprezzato se viene ascoltato, anche nella realizzazione di un disegno. Lasciargli spiegare cosa sta disegnando, cercando di allacciare un rapporto tra l'immagine e le parole, consentirà l'uso di un linguaggio appropriato e di una capacità espressiva più ampia.

Il disegno diventerà qualcosa di più e con semplici domande come "cosa stai disegnando?" oppure "che bel colore che hai usato per quel fiore...", oppure ancora "come mai lì non hai messo nulla?".
Chiedere con sincera curiosità, senza assillare, dimostrando un vero interesse per ciò che sta disegnando è un segno di generosa attenzione verso i propri bambini, che si sentiranno motivati ad esprimersi, aprirsi, consolidando un modo diverso di relazionarsi con l'immagine.

Mettersi a disegnare vicino al proprio figlio è un momento di reale condivisione di intenti, il bambino sarà molto curioso di vedere le vostre doti artistiche... Si cimenterà con maggiore attenzione e si sentirà notevolmente stimolato a continuare su questa strada.

Quando i bambini sono molto piccoli, i genitori si interessano moltissimo all'aspetto artistico dei loro pargoletti, introducono con sollecitudine giochi di ogni tipo e rilevanza educativa, mettono a disposizone colori, matite, e quant'altro possa aiutarli ad esprimersi, si appassionano ai loro progressi e in linea di massima sono tutti molto attenti affinchè i propri figli siano adeguatamente sollecitati rispetto a questi temi.

Mano a mano che i bambini crescono e arrivano alla scuola elementare, questi progetti si affievoliscono, dileguandosi con il passare degli anni scolastici.
Molti insegnanti sono particolarmente attenti all'educazione artistica e forniscono adeguati supporti all'insegnamento delle tecniche pittoriche, lasciando spazio anche alla creatività dei singoli alunni. Spesso avvalendosi anche di laboratori esterni, a volte anche a pagamento (cifre esigue, ma che andrebbero allora organizzati fuori dall'orario scolastico) per allargare lo spazio creativo degli studenti.

Piano piano però la modalità di approcciò a questa disciplina muta, in modo direttamente proporzionale all'avanzamento degli anni del bambino.
Se prima, quando era piccolo veniva spronato, lodato, incoraggiato a disegnare, a colorare, con la preoccupazione nel viso dei genitori sulle reali capacità del proprio figlio, e sugli inevitabili paragoni con gli altri bambini, poi in seguito quando si approderà alle scuole medie, sembra che nessuno o pochi si interessino delle capacità raggiunte in questa materia.

Un vero peccato.

I ragazzi, nel frattempo, hanno acquisito una nuova manualità, un nuovo modello percettivo, più maturo e consapevole, forse anche meno istintivo rispetto a quello che avevano solo qualche anno prima.

Ma ben degno di nota e di altrettanta attenzione. Ragazzi delle scuole medie sono in grado, se adeguatamente seguiti, di creare dei disegni particolareggiati, di fare opere di copiatura di artisti, quadrettatura e esperimenti sui colori e varie tecniche in modo più approfondito.

I loro disegni appesi alle pareti saprebbero già dare un tocco di colore personale alle vostre pareti o anche a quelle della loro stanza. E non sto scherzando. Un valore aggiunto affettivo.

Non ha importanza che i ragazzi non nutrano un vero interesse per il disegno, poter disegnare, poter accedere anche a questo canale espressivo è un potenziale aggiunto per l'età adulta.

Chi sa suonare uno strumento, non diventerà  per forza un musicista, ma potrà allietare gli amici con la sua capacità, o soltanto riflettere su se stesso suonando in solitudine.

Perchè privarsi di un mezzo per donarsi agli altri e per capire se stessi?

La scuola dovrebbe inoltre valutare con attenzione particolare l'interesse dei ragazzi verso il disegno. Nell'età adolescenziale è molto più difficile far rinascere un interesse verso una materia, che lentamente ha perso il suo fascino negli anni.

Se un professore svaluta in modo poco attento un disegno di un fanciullo, otterrà un netto rifiuto all'approccio di questa materia. Perchè disegnando si supporta un lato sensibile, intimo di se stessi, che viene alla luce attraverso i colori, i segni, l'abilità.

Con un disegno l'alunno mostra una parte di sè nascosta, il fondo della sua anima e solo se avrà imparato a conoscerla negli anni precedenti, a disciplinarla e a parlarci anche con l'uso delle immagini saprà relazionarsi e a renderla pubblica anche agli altri.

L'età in cui i bambini incominciano a disegnare è veramente precoce, basterebbe chiederlo a tutti i genitori sensibili a queste tematiche e, sono veramente tanti, ma la passione non dovrebbe diminuire con il passare degli anni, anzi andrebbe incrementata con nuovi stimoli e nuove tappe, altrettanto importanti.

by Ximi













3 commenti:

utente anonimo ha detto...

Condivido le note sul disegno infantile che unitamente alla lingua procedono di pari passo in una sorta di scambievole arricchimento e sviluppo fino al momento in cui,compiuti i sei anni, si entra a scuola.
Un periodo di tempo che precedono l età scolare e che Lombardo Radice affermava:..." è vita dello spirito,è poesia dell'infanzia,è linguaggio ideografico.......che nasce,sorge,si sviluppa e si pefeziona di pari passo con la lingua parlata,dal quale essa trae stimolo,alimento intuitivo,chiarezza e forza comunicativa"
Nei momenti in cui,il fanciullo,inizia la scuola elementare assistiamo,al blocco quasi totale del disegno,il quale anzichè progredire e svilupparsi tende a regredire o quasi a scomparire,mentre la lingua parlata e scritta si formalizza e progredisce.
E questo,ci sembra,soprattutto vero, non per l'inadeguatezza dei mezzi didattici a disposizione,ma per mancanza di un codice di apprendimento capace di mettere in condizioni l'alunno di rappresentare per mezzo del disegno,un pensiero,un'idea,un avvenimento,una cosa, con logica,chiarezza e ordine che sono intrinsichi alla realtà che si vuole rappresentare,e quindi imparare a sapere vedere, ad elaborare ciò che si vuole rappresentare,per uscire da quel disegnare libero e stereotipato della prima infanzia.
Per questi bambini è in via di progettazione presso la casa editrice Macro di Cesena un testo adeguato all'apprendimento alfabetizato del disegnare titolato ASPEDI: Ascoltare-Pensare-Disegnare-In via di pubblicazione e reso pubblico dal 4 di luglio 2011,un testo per adolescenti ed adulti titolato : Impariamo a Disegnare con il metodo VERADI: Vedere-Ragionare-Disegnare.Finalmente un codice di apprendimento anche per il disegno,fino a quest'oggi,mai esistito.

utente anonimo ha detto...

Sono Giovanni Spinicchia erispondo alle note sul disegno infantile,come autore dell'articolo e specialista in materia per la scoperta di una innovazione metodologica che permette a tutti i bambini del mondo in età scolare di crescere nell'espressività ideografica,allo stesso modo con cui cresce nell'apprendimento della lingua,e delle unità numeriche, i cui fini sono documentati in un testo in via di progettazione e saranno sottoposti all'attenzione della casa editrice Macro,che nel frattempo ha pubblicato un testo,con gli stessi fini metodologici e rivolto a tutti senza condizione di età e di estrazione culturale.
www.macrolibrarsi.it/libri/ impara-a-disegnare

Ximi ha detto...

Benvenuto Signor Giovanni,
devo ammettere che il suo commento e il precedente mi hanno dato la parvenza di essere molto simili a SPAM, che di solito cancello senza pietà!
Ma... Credo che lei abbia sul serio una passione per l'argomento e anche se non fa riferimento alcuno al mio post, sono andata in cerca del suo libro e mi sembra un progetto interessante.
Credo anch'io che tutti possano disegnare!
Perciò... a presto!

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