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sabato 27 settembre 2014

Il libro crea scenari reali nella immaginazione del lettore?

 Jonathan Wolstenholme
Come tutti i giorni leggo un numero considerevole di blogger per via della mia community su Gplus, oggi mi sono intrattenuta con Coniglio... ahaha Spartaco Mencaroni, devo ammettere che mi aveva già colpita per un altro discorso intavolato tempo fa e del quale c'è un altro articolo in bozza. Io devo scrivere subito!

Ho letto il racconto del Coniglio e del pensiero che non si possa modificare in nessun modo il futuro, che vi sia una predestinazione alla quale non si puo' sottrarsi in nessun modo...
Non vi svelo come sviluppa nel racconto questa tesi, ma mi è molto piaciuto, soprattutto la parte descrittiva, che di solito mi annoia, ma in questo ha evocato delle immagini nella mia mente.

Lo scrittore crea scenari che esistono nella sua mente, quindi reali nel momento in cui riesce a ricrearli nel pensiero dei suoi lettori? 

Considerato il fatto che io vivo di immagini, il fatto che un racconto mi suggerisca un quadro completo, mi intriga e mi predispone a continuare a creare ancora immagini e di conseguenza il racconto prende vita autonomamente nei miei pensieri. A volte proseguo la storia a modo mio, se non mi convince e lo faccio alla stregua, quasi sfidando la parola Fine del libro stesso.
L'autore, dal momento in cui pubblica la sua storia, lascia libere le briglie della fantasia di ogni singolo lettore, non puo' controllarla in nessun modo, ne porre divieti o limiti al pensiero collettivo.
Si inchina al volere del suo pubblico, in una sorta di democrazia autonoma... dove tutti hanno il diritto di re-interpretare e di immaginare...

Quindi mi pare che la analogia con questa libertà assoluta di pensiero all'interno di se stessi non puo' non essere tale nei confronti della propria vita! Ovvero siamo liberi di crearci il nostro futuro e di farlo con gli stessi pensieri con cui immaginiamo gli scenari di un libro.
I pensieri sono il nostro destino in realtà. E' molto semplice. 
Non esiste il passato a cui aggrapparsi, ne il futuro a cui dare importanza. Esiste ciò che si vive al momento non in modo disgraziato, s'intende senza preoccuparsi di tutelare il proprio avvenire, ma di vivere il presente in piena consapevolezza senza perdersi in termini di tempo e in termini di pensieri negativi e controproducenti.

 Jonathan Wolstenholme

Un libro ci insegna che la vita va sfogliata con gradualità, una pagina alla volta senza rimanere per giorni sul primo capitolo e nemmeno saltando all'ultimo... ma leggendo con pazienza ogni riga, secondo per secondo.. minuto per minuto, finché tutto non arriverà ad un punto.

Se mentre si legge, si pensasse tutto il tempo alla pagina precedente o a come finirà, si perderebbe il gusto della storia...

Quindi come il libro ha una connotazione reale nel lettore, così la nostra vita, le nostre scelte creeranno altre scelte multiple come nella fiaba de Le mille e una notte... una specie di enorme mandala che si ricrea e si emancipa da solo con i suoi meccanismi matematici... :) :)

Un libro vive in noi! Rimane associato a certi momenti della nostra vita, come alcune musiche e come alcuni quadri... Quante volte ci siamo ripetuti
"Quel libro mi ha cambiato la vita!"
Quante volte ci capita di riprendere libri che sono stati importanti per noi, cercando con ansia le pagine sottolineate, le orecchie piegate a ricordarci un punto strategico.. Che ci ha segnati?

Quante citazioni, frasi spulciate, riscritte, annotate per creare in noi delle immagini positive nella mente che ci donino forza e coraggio!

Ci indicano una via, una soluzione ad un nostro problema, ad un pensiero ricorrente che sembra non ci dia scampo.

Al contempo lo scrittore, il grande burattinaio se così posso definirlo, integra il suo pensiero con una storia ad immagini .. perché come pensa lo scrittore quando scrive? Come potrebbe realizzare le accurate descrizioni, se non le stesse recitando in mente, tra sé e sé, valutando se sono abbastanza realistiche, piacevoli, suadenti, se incuranti del tempo che il lettore ci impiegherà a leggere, riusciranno a coinvolgerlo, accalappiarlo, farlo sentire dentro il libro, parte integrante della storia, spettatore consapevole di poter continuare, girando ancora una pagina o chiudendo il libro riponendolo sul comodino.. lì a far bella mostra di se stesso, ma infine lasciato incompiuto il suo "destino".

Il destino di un libro è quello di essere letto fino alla fine. E' quello di essere riuscito a far rivevere qualcosa, ad emozionare, a stravolgere, immedesimare..

E allora? Come fate a dire che un libro non vive di vita propria....

Credito per immagini  Jonathan Wolstenholme

Grazie Spartaco alias Coniglio per lo spunto riflessivo :D


3 commenti:

Patricia Moll ha detto...

Lasciamo perdere il fatto che ad una persona un libro può piacere e ad un'altra no, parliamo in generale.
Un libro che non vive nella mente di un lettore, che non entra a fare parte del suo immaginario non vale granchè.
Significa che lo ha lasciato indifferente. Che non ha creato illusioni, sogni, empatia. Che non gli ha dato stimoli per la sua vita o per continuare, come dici tu, a fare lavorare i personaggi nella sua mente, soltanto per sè.
Un Libro deve essere stimolo,,.... magari anche di rabbia quando l'argomento è corposo (l'apartheid ad esempio).
Se non è stimolo.... mi dispiace ma è solo una sequela di parole stampate.

Marco L. ha detto...

"Lo scrittore crea scenari che esistono nella sua mente, quindi reali nel momento in cui riesce a ricrearli nel pensiero dei suoi lettori?"
Solo allora ha fatto un buon lavoro: quando io riesco a vedere ciò che lui ha immaginato e che è diventato virtualmente reale, quando i personaggi hanno una sorta di vita, sono consistenti e il mondo attorno a loro è credibile. Allora c'è riuscito.

Blogghidee - Ximi - ha detto...

#Patricia,
hai completato alla perfezione il mio pensiero.

@Marco,
esattamente così! Il mondo che virtualmente si accende nei pensieri del lettore che li segue con gli occhi e con il cuore! Un vero scrittore lo sa, lo percepisce, lo disegna con mano garbata e sguardo all'orizzonte...
Mi hai capita anche tu al sincrono :D

Grazie!!!

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