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mercoledì 27 gennaio 2016

Importanza della lettura

Cari libri mi avete regalato momenti indimenticabili.. Tu in particolare, sto descrivendo proprio te, come
un amore a cui ho dato il primo bacio. Tu, con la copertina rigida, con quell'odore inconfondibile
di carta che mi riempivi le narici di felicità!
Quante volte ridevo divertita con il libro stravolto rivolto verso il mio viso, ove mi nascondevo per far capolino,
con il mio sorriso...!
Quante volte ti ho sfogliato, attenta a non stropicciarti le pagine , con quella delicatezza lenta che hanno i bambini.
Le orecchie? Mai e poi mai te le avrei fatte!!!
Giulio Verne e il suo "Viaggio al centro della Terra" ed ero proprio io la protagonista inarcata in avanti, audace e
coraggiosa come una piccola guerriera di altri tempi.. E la notte ad occhi chiusi controllando la pila lunga dei miei
libri, sognavo quelle avventure lontane...
E ti ricordi quando ti usavo per fare ombra con l'abajour.. perché la notte a volte mi faceva paura...?
Pensavo dentro di me: "il mio libro mi proteggerà.. nelle sue pagine è racchiusa la magia"
E rammenti quante volte - quante lo sai solo tu - ho desiderato comporre pagine silenziose, che contenessero quelle
emozioni! Avida, golosa e mai sazia di parole, volevo impossessarmi di quella magia e riuscire a scrivere dei racconti
che coinvolgessero in mondi impensabili, anche se sapevo bene, che la realtà poteva superare la fantasia!
Nella mente di un bambino non sovviene nemmeno per un attimo che vi sia una differenza sostanziale tra fantasia, idee e
realtà: tutto è possibile: come in un enorme gioco, come un enorme #mioinfinito.
E quante volte ho sfogliato le pagine dei libri amati, giocando ad aprirle a caso per vedere i messaggi che il destino
mi mandava a raffigurarmi coincidenze con la mia vita?
Ecco perché i problemi nella mia mente non sono mai esistiti... perché vi era sempre un libro in cui era scritta la
risposta e la soluzione, che tanto stavo cercando. Occorreva solo trovarlo oppure scoprirlo tra i libri che possedevo già

Ecco allora che appariva un libro amico, un compagno di giochi e di tristezze, di sorrisi e lacrime.. di lunghe attese.
Copertina rossa, animaletti Disney.. l'elefante ballerina, Cip e Ciop... L'amato cerbiatto dagli occhioni blu!
E con la matita? Le ore a ricalcare leggera sfiorando timidamente i contorni dei personaggi amati.
I libri muti, silenziosi pieni di immagini a creare danze immaginarie nel mio universo di personaggi.. e fogli su fogli,
ove pasticciare le mie storie, senza saper ancora scrivere! Solo lunghissimi e interminabili ghirigori, come formule
matematiche, frattali illimitati, mandala senza fine!
Capacitarmi che ogni foglio era un piccolo mondo in cui rivolgere le mie attenzioni.
E quella copertina blu? "365 storie della buona notte", ricordi la soddisfazione nel mio sguardo quando finalmente ero
in grado di leggere spedita e incutevo il terrore al mio cagnolino, mio unico (allora) pubblico e ascoltatore...
E con quanta seria professionalità mi improvvisavo lettrice attenta e cambiavo tono e stile per dare vita a quelle
animiste storielle?
Un libro esisteva solo perché aveva le immagini e dovevano essere come volevo io, con tutta una serie di caratteristiche
precise affinchè giunsessero indenni al mio giudizio: colorate, ben rifinite, pacioccone! Rammenti come ti carezzavo dispiaciuta
se le illustrazioni a parer mio non riuscivano a tener il passo con le parole? Se non raffiguravano con dovizia di particolari?
Se erano scialbe e mal appassionate? Ricordi come invece ti amavo alla perdizione se quelle belle figure dei libri,
riuscivano a suscitare altre immagini simili o altrettanto entusiasmanti, da creare nuove prospettive della storia?
Una vera gioia e comunione di sensazioni! Era come entrare in contatto invisibile con lo scrittore, l'illustratore e me,
la destinataria finale di tutto quel fantastico "attraversare il libro".
Oh caro libro, non ti angustiare se proprio non sei tra i miei preferiti.. perché devo annoverare ancora un ultimo
indimenticabile passeggero, testimone e passante della storia della mia fanciullezza.
Prendeva vita in altro modo; usato per impararare a camminare dritta per il mondo, posandolo docilmente in testa e avendo cura
di non farlo cadere mentre mi cimentavo a camminare come una bella principessa: spalle in fuori e pancia in dentro! Bello, con la copertina
abbastanza rigida per usarlo come vassoio, come fermacarte e come dispensatore di aria, sfogliando energicamente
le pagine, durante le giornate afose d'estate.
Compagno di scoperte e di sorprese, e mi spieghi perché non mi stancavo mai di leggere e rileggere sempre le stesse cose?
Se è vero che occorrono diecimila ore per imparare a diventare esperti in qualcosa, ebbene io ho superato tale confine
con più di diecimila ore a passare a fantasticare!
Sento che stai scalpitando per scoprire se sei tu l'ultimo citato, non voglio dare un dispiacere a nessuno, ma mi riferisco
ai Quindici, arrivati per caso sul tavolo del chimico di mio fratello, con un odore di ragnatele e di fogli sdruciti.
Lui mi disse due parole: "Mary, leggilo!
Cosa pensi che abbia fatto?


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